Le insegne militari, simboli della legione

Insegne militari

Il ruolo dei signiferi era estremamente importante durante gli scontri in guerra, in quanto costituivano un punto di riferimento facilmente visibile per i soldati, dietro il quale la centuria si compattava e si caricava per condurre la battaglia. Questi speciali soldati erano però anche un trofeo ambito dal nemico; era infatti un bersaglio assai ambito, che al termine delle battaglie rappresentavano dei trofei sottratti alle armate romane. Indossavano un’armatura leggera (cotta di maglia o una lorica squamata), uno scudo tondo e una pelle di animale posta sopra l’elmo.

Tra i signiferi vi era l’aquilifer, colui che portava l’Aquila della legione, che tutti i soldati dovevano proteggere anche a costo della vita; il vexillifer, portatore del vessillo della legione; il signifer, portatore dell’insegna della coorte, del manipolo, o talvolta della centuria. La legione era provvista di solito anche di un imago portata dall’imaginifer, un ritratto tridimensionale fatto in metallo battuto recante il volto dell’Imperatore, presente solo all’interno della principale coorte. I signiferi erano selezionati fra i soldati particolarmente dotati e meritevoli, poiché essere un signifer era uno dei massimi riconoscimenti, ruolo di grande prestigio per la propria unità. Parallelamente al grado militare, variava anche l’armatura, dalla semplice cotta di maglia del signifer cohortis alla lorica squamata dell’aquilifer. Ogni legione era rappresentata da un’aquila d’oro ad ali spiegate, posta sulla cima di una grande asta, retta dall’aquilifer.

Insegne militari

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Le insegne delle legioni:

  • L’Aquila che simboleggiava l’intera legione; emblema sacro della legione, oggetto di venerazione. Era donata dal Senato o dall’Imperatore, quando la legione veniva costituita. Era custodita dalla prima coorte ed era portata dall’aquilifer, che precedeva i legionari all’inizio della battaglia. Sull’asta venivano affissi i riconoscimenti al valor militare della legione;
  • Vexillum legionis, il vessillo della legione, venerato dai soldati e portato dal vexillifer. Era composto da un drappo rosso quadrato fissato ad una traversa ad una picca. Sul drappo era ricamato in oro, il nome, il numero e l’emblema della legione;
  • l’Imperatoris imago, che era l’immagine dell’imperatore al potere o dell’imperatore sotto cui era stata costituita la legione. Questa immagine, scolpita nel legno o in metallo serviva a ricordare costantemente ai soldati la loro fedeltà dovuta all’imperatore stesso. L’insegna era portata dall’immaginifer;
  • 10 bandiere (vexilla) per 10 coorti; era portata dal signifer;
  • 60 bandiere minori (signa) per le 60 centurie; era portata dal signifer;
  • 10 simili a bandiere minori per le turmae; era portata dal signifer.

Le bandiere presenti nel campo di battaglia servivano a trasmettere gli ordini, soprattutto visivi: ogni manipolo aveva un signum affiancato a un signifer che illustrava il cammino da seguire nella marcia e in battaglia. La cavalleria seguiva un portatore di vexillum chiamato vexillarius.

Allo scopo di migliorare le comunicazioni durante le battaglie, a causa delle estensioni e del fragore delle battaglie che impedivano di essere sentite, era stato predisposto un preciso codice di segnali sonori impartiti dal Tubicen, dal Cornicen e dal Buccinator.

Insegne militari

In battaglia venivano utilizzati tre strumenti:

La tuba (tromba dritta), tipico della fanteria, una canna conica lunga un metro circa in bronzo o in legno ricoperta di cuoio, con bocchino separabile in corno o in bronzo. Essa inoltre faceva parte di una usanza al di fuori dell’ambito militare, un antico rito guerresco che si svolgeva nel mese di marzo, quando gli appartenenti al collegio dei Salii, guidati dai vates, percorrevano la città intonando versi accompagnati dalle tube. Il cornu (corno), strumento a fiato di bronzo a sezione conoidale, a forma semicircolare e con una traversa in legno per poterlo appoggiare alla spalla, di origine etrusca. I suonatori di cornu seguivano sempre il signifer per poterne inviare i messaggi. Il cornicen missus (suonatore di corno) aveva l’incarico di suonare i cambi della guardia dietro indicazione di un addetto al controllo degli orari (horologiarius). La buccina, strumento a fiato molto simile al cornu, era in origine un corno animale e veniva impiegata assieme al cornu per scandire i turni di guardia notturni. Gli strumenti suonavano tutti insieme al fine di caricare l’avanzata verso il nemico ed ogni istante della battaglia era caratterizzato da vari suoni, che articolavano i movimenti sul campo delle truppe, come l’avvicendarsi dei manipoli e la sistemazione della cavalleria, dell’artiglieria.

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