24 febbraio – Regifugium

Regifugium

Secondo la tradizione tramandata da Ovidio, il 24 Febbraio si celebrava una sorta di rievocazione storica della fuga di Tarquinio il Superbo, l’ultimo re, dalla città di Roma. In questo giorno, il rex sacrorum accompagnato dai Salii si recava nel Comitium per compiere un sacrificio e poi fuggiva via.

L’ultimo re di Roma fu costretto a fuggire dalla città in seguito alla sommossa popolare scoppiata dopo il suicidio di Lucrezia, moglie di Tarquinio Collatino. Secondo la leggenda, Lucrezia, minacciata di morte, aveva dovuto cedere alla violenza di Sesto Tarquinio, figlio del re, parente e ospite della sua casa. Sesto Tarquinio aveva approfittato dell’assenza di Collatino, impegnato al fronte, dato che Roma era in guerra contro Ardea, disonorando la casa che lo ospitava e la giovane matrona. Nonostante fosse stata vittima di violenza e il marito e il padre l’avessero perdonata, Lucrezia scelse di togliersi la vita perché non poteva sopportare di vivere dopo aver perso l’onore e la pudicizia.

La morte di quella che diventò una “madre” per la Patria, poiché invitava le donne romane a vivere pudiche, fu la scintilla che smosse Marco Giunio Bruto, che fino ad allora si era finto stolto per sopravvivere alla corte del re. Egli quindi trovò il coraggio per smuovere gli animi dei Romani, farli rivoltare contro i Tarquini e conquistare il potere diventando il primo console della Roma repubblicana.

È stata data un’altra interpretazione a questo rito: è possibile che il potere del re e poi del rex sacrorum fosse legato al calendario, che col passare dei mesi andava scemando fino a esaurirsi in concomitanza col termine dell’anno. Secondo questa teoria era necessario un rito di rinnovamento di questo potere, come quelli riguardo al rex nemorensis.

Il rituale avrebbe potuto essere anche collegato alla “sparizione” del sole, quando veniva celebrato il 24 Dicembre, prima che il calendario venisse modificato con l’aggiunta di Gennaio e Febbraio.

In quest’ottica, il Regifugium era un rituale nel quale il re/rex sacrorum abbandonava temporaneamente il proprio ruolo, perché ormai privo di potere sacro, per riprenderlo rinnovato all’inizio del nuovo anno.

Antonietta Patti
Archeologa


BIBLIOGRAFIA

  • A. Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
  • P. Ovidio Nasone, Fasti, libri II.
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