5 dicembre – Faunalia rustica

Alle None di Dicembre, nelle campagne fuori dalle mura, i contadini non lavoravano per celebrare rituali in onore di Fauno Luperco, protettore del bestiame e della sua fecondità. In un clima di allegria che durava fino a tarda notte, si accendevano fuochi sugli altari, venivano sacrificati agnelli e si offrivano libagioni di vino al dio.
Sembra che Fauno venisse onorato in qualità di nume tutelare delle terre al di fuori dalle mura urbane. E forse era legato a quelle forze cosmiche caotiche e selvagge che avrebbero avuto il sopravvento sull’ordine nel periodo tra la fine di Dicembre e l’inizio di Marzo, quando l’ordine sarebbe stato ricostituito sotto il patronato di Giove e dello stesso Fauno venerato in diverse festività durante il mese di Febbraio.
Fauno Luperco era un semidio e un mitico sovrano di una comunità laziale o della città di Laurento, maestro e protettore di pratiche agricole e delle greggi dai lupi, oltre che una divinità oracolare.
Il suo corrispettivo greco, Pan Lykaios, ha donato a Fauno Luperco un aspetto animalesco, molto simile a quello dei satiri (e dei fauni), ritratti con la metà superiore del corpo umana, ma dotati di corna e zoccoli di capra.

Fauno danzante del Museo Archeolgico Nazionale di Napoli, II secolo a.C., riproduzione bronzea della scuola napoletana esposta alla mostra “Odissea Museum” a Palazzo Bonocore, Palermo (foto di A. Patti).
Antonietta Patti
Archeologa
BIBLIOGRAFIA
- A. Ferrari, Dizionario di Mitologia, UTET, Novara 2015;
- Quinto Orazio Flacco, Carmina, III,17, 14;
- P. Ovidio Nasone, Fasti, libro II.