Recentemente ha suscitato clamore la decisione del rettore di Santa Maria in Cosmedin di introdurre un biglietto d’ingresso di 2 euro per accedere all’atrio della chiesa e partecipare al famoso rito di inserire la mano nella Bocca della Verità, nonostante sembrerebbe che tale iniziativa non abbia ricevuto alcuna autorizzazione dal Vicariato di Roma. Molti hanno criticato questa scelta, considerandola un abuso e un controsenso, e non è chiaro quali conseguenze potrebbe avere.
Nel frattempo, ogni giorno, indipendentemente dalla stagione o dalle condizioni meteorologiche, una lunga fila di turisti si forma pazientemente all’esterno della chiesa di Santa Maria in Cosmedin – un tempo conosciuta come Foro Boario – per ripetere l’antico rito di farsi fotografare mentre inseriscono la mano nella bocca del grande medaglione in marmo pavonazzetto, presente in questo luogo da tempo immemore. L’imponente tondo, con una circonferenza di 5,80 metri e un diametro di 1,75 metri, raffigurante una testa di fauno, è stato a lungo considerato di origine etrusca.
Tuttavia, studi più recenti lo attribuiscono all’epoca imperiale, ritenendolo un semplice chiusino di cloaca, con le fattezze del fauno ispirate a una divinità fluviale, il dio Portuno, venerato in un tempio che sorgeva nei pressi. Non è chiaro quando la grande pietra sia stata associata alla capacità di rivelare la verità, ma già nei Mirabilia Urbis Romae dell’anno Mille viene menzionata, sebbene la tradizione si sia consolidata soprattutto in epoca medievale.
La pietra veniva spesso chiamata a giudicare casi di infedeltà coniugale, specialmente quando si sospettava che una moglie avesse tradito il marito. Un trucco volgare e malizioso, del tutto orchestrato da mani umane, consentiva alla pietra di “esprimersi”. All’epoca, la pietra non si trovava nell’atrio come oggi, ma era collocata sulla parete esterna dell’edificio. Alcuni individui, ingaggiati dal patrizio del momento, si posizionavano dietro il lastrone di marmo con l’incarico di pungere con uno spillone o con delle forbici la mano della moglie sospettata di infedeltà, nel caso in cui avesse negato pubblicamente le sue mancanze carnali. In questo modo, la pietra veniva forzata a “parlare”, a rinunciare al suo consueto silenzio, come accadeva anche con altre statue parlanti sparse per Roma, come la celebre statua del Pasquino o quella del Marforio.
Tuttavia, la pietra di Santa Maria in Cosmedin ebbe la sua rivincita grazie all’ingegno di una giovane moglie, sposata a un nobile romano, che era stata sorpresa dai vicini di casa a ricevere frequenti visite da un amante durante le assenze del marito, impegnato in ambasciate fuori città. Quando il marito, indifferente alle suppliche della moglie, decise di sottoporla alla prova della Verità, un giovane si fece largo tra la folla, e con grande sorpresa di tutti, si avvicinò alla donna, abbracciandola e baciandola davanti a tutti.
Il giovane fu immediatamente trascinato via dalla folla. Una volta ristabilita la calma, la moglie, accusata di adulterio, si avvicinò con fierezza alla pietra e, inserendo la mano nel grande foro, dichiarò: “Giuro che nessun uomo mi ha mai abbracciato e baciato, eccetto mio marito e quel giovane folle!”. La mano rimase illesa, la bocca – umanamente – non si chiuse né ferì, il marito la perdonò e la folla esplose in applausi. La donna astuta, che insieme al suo amante aveva escogitato un piano infallibile per ingannare tutti, compresa la Bocca, inconsapevolmente restituì alla pietra il suo millenario e dignitoso silenzio.