La Constitutio Antoniniana di Caracalla

La Constitutio Antoniniana fu un editto con cui, nell’anno 212 d.C., l’imperatore Caracalla, successore di Settimio Severo, concesse la cittadinanza romana a tutti gli uomini che vivevano all’interno dell’Impero romano.
A partire dall’epoca di Marco Aurelio, l’impero consolidò la capacità di assimilare e di accogliere popolazioni barbariche che chiedevano all’imperatore di poter far parte della società romana. Sin dalle prime conquiste, veniva concessa agli sconfitti la cittadinanza romana, totale o parziale. Le varie tribù venivano talvolta confinate nelle loro vecchie civitates, con status di foederate, mantenendo una certa autonomia locale, sebbene con obblighi speciali verso l’impero. Secondo Domizio Ulpiano, politico e giurista romano, «coloro che abitano nel mondo romano, in base alla costituzione dell’Imperatore Antonino sono stati resi cittadini romani». Gli esclusi dalla legge di Caracalla erano i cosiddetti dediticii, cioè i non Romani formalmente privi di ogni altra appartenenza cittadina. Essi erano individui non ridotti in schiavitù, ma neppure incorporati nella cittadinanza, né riconosciuti come federati. Nel Museo di Giessen, in Germania, è conservato un papiro in testo greco della costituzione che però non ha chiarito con certezza i vari punti della legge.
L’interpretazione della decisione di Caracalla è stata nel tempo particolarmente controversa, oscillando tra un significato d’azione “civilizzatrice” garantita dal processo di romanizzazione e un provvedimento demagogico e una sorta di sanzione formale del dispotismo. Il punto su cui gli storici sembrano convergere è il fatto che l’editto fu ispirato da necessità per lo più fiscali, atto a generalizzare le imposte, come quelle riferite alle eredità e alle manomissioni, fino ad allora dovute dai soli cittadini romani. La Constitutio Antoniniana non risultò come atto rivoluzionario agli occhi dei contemporanei, in quanto veniva considerata una situazione giuridica già in essere, seppur in parte. In realtà essa rivestì grande importanza anche per la storia del diritto romano, che di fatto veniva reso applicabile in ogni territorio dell’Impero, anche se a livello provinciale spesso si continuava a regolare i rapporti in base al diritto locale preesistente, oppure mediante una modalità mista fra diritto locale e diritto civile romano.