La civiltà degli Etruschi

Etruschi

La civiltà degli Etruschi è stata una delle più antiche e influenti dell’Italia preromana. Vissero tra il IX e il I secolo a.C. in un’area chiamata Etruria, che comprendeva la Toscana, l’Umbria occidentale e il Lazio settentrionale e centrale, con estensioni anche in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Campania. Gli Etruschi furono una popolazione di origine incerta, ma probabilmente autoctona, che sviluppò una cultura originale e raffinata, basata su una lingua, una religione, un’arte e una politica proprie. Gli Etruschi ebbero rapporti intensi con i Greci, dai quali appresero molte conoscenze artistiche, scientifiche e religiose, e con i Romani, con i quali si scontrarono militarmente e si fusero culturalmente.

La lingua etrusca è una delle più misteriose dell’antichità, in quanto non appartiene a nessun gruppo linguistico noto e non è stata ancora completamente decifrata. Essi usavano un alfabeto derivato da quello greco, ma la maggior parte dei testi che ci sono pervenuti sono brevi iscrizioni funerarie o dedicatorie. Solo pochi testi lunghi sono stati ritrovati, tra cui il Liber Linteus, un lino usato per avvolgere una mummia egiziana, e la Tabula Cortonensis, una lamina di bronzo con una controversia legale.

La loro religione era basata sul culto degli dei, degli antenati e della natura. Gli Etruschi credevano nella divinazione, cioè nell’interpretazione dei segni inviati dagli dei, come il volo degli uccelli, il fulmine, le viscere degli animali sacrificati. Gli Etruschi avevano una concezione ciclica del tempo e della storia, divisa in saecula, periodi di 110 anni ciascuno. Praticavano anche il culto dei morti, che seppellivano in tombe monumentali, decorate con pitture e sculture, e ricche di oggetti preziosi.

Di Sailko – Questo file deriva da: Sarcofago degli sposi, produzione etrusca di influenza ionica, 530-520 ac ca., dalla banditaccia 01.jpg, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=92126755

L’arte è una delle espressioni più originali e vivaci della civiltà etrusca. Furono abili artigiani, che lavorarono materiali come il bronzo, l’oro, l’argento, l’avorio, la terracotta, il legno, lo smalto. Furono anche grandi scultori, che realizzarono statue di bronzo o di terracotta, come il celebre Sarcofago degli Sposi. Gli Etruschi furono anche maestri della pittura, che usavano per decorare le pareti delle tombe, con scene di vita quotidiana, di banchetti, di giochi, di viaggi nell’oltretomba. Gli Etruschi furono anche influenti nell’architettura, che si caratterizzò per la costruzione di templi, di necropoli, di città fortificate, di strade, di ponti, di acquedotti.

La politica etrusca era basata sull’organizzazione in città-stato, chiamate lucumonie, governate da un re, detto lucumone, e da una nobiltà, detta zilath. Le città etrusche erano federate in una lega, detta dodecapoli, che comprendeva dodici città principali, tra cui Tarquinia, Veio, Vulci, Cerveteri, Chiusi, Volterra, Arezzo, Perugia, Orvieto, Cortona, Populonia, Roselle. La lega etrusca aveva una sede sacra, il Fanum Voltumnae, dove si riunivano periodicamente i rappresentanti delle città per celebrare riti religiosi e prendere decisioni politiche. Ebbero una fase di espansione territoriale tra il VII e il VI secolo a.C., quando dominarono gran parte dell’Italia centrale e meridionale, e una fase di declino tra il V e il III secolo a.C., quando furono progressivamente sottomessi dai Romani. Essi lasciarono una profonda traccia nella cultura romana, a cui trasmisero molti elementi artistici, religiosi, sociali e politici.

Pyrgi, santuario in loc. vigna parrocchiale, lastre dipinte, 530-520 ac ca. 01.jpg

Di Sailko – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=62902052

La mancanza di notizie esatte relative agli Etruschi deriva dal fatto che non hanno lasciato una letteratura, e la loro lingua (che utilizza un alfabeto assimilabile a quello greco) è stata decifrata con l’aiuto di testi brevissimi, perlopiù iscrizioni tombali. A speciali sacerdoti (gli aruspici, la fama dei quali rimase viva anche in età romana) era assegnato il compito di prevedere il futuro e capire la volontà degli dei scrutando le viscere degli animali sacrificati e analizzandone il fegato. La centralità del culto dei morti presso gli Etruschi è attestata dalle numerose necropoli e tombe isolate disseminate in Toscana e nel Lazio: convinti che il defunto conservasse l’individualità congiunta alle proprie spoglie mortali, concepirono il sepolcro come un’abitazione sotterranea, arredata con letti, tavoli, utensili e affrescata da vivaci pitture. La società era composta da nobili, discendenti dei primi dominatori, e servi, discendenti delle popolazioni preesistenti all’occupazione etrusca. Vi erano schiavi destinati ai lavori più pesanti, ma anche schiavi semiliberi che, per i loro meriti, potevano condurre vita migliore e anche elevarsi socialmente.

Alcune delle caratteristiche dell’arte etrusca sono:

  • La forte impronta funeraria, che si manifesta nella costruzione di monumentali necropoli, decorate con pitture e sculture, e nella produzione di oggetti di culto e di ornamento, come sarcofagi, urne, vasi, fibule, ecc.
  • L’influenza della cultura greca e orientale, che si riflette nell’adozione di modelli artistici, iconografici e tecnici provenienti da queste aree, ma con una rielaborazione originale e creativa.
  • L’originalità della scultura, che si esprime soprattutto nella lavorazione del bronzo e della terracotta, con opere di grande realismo, espressività e dinamismo, come la Chimera di Arezzo, il Sarcofago degli Sposi, ecc.
  • La vivacità della pittura, che si esprime soprattutto nella decorazione delle tombe, con scene di vita quotidiana, di banchetti, di giochi, di viaggi nell’oltretomba, caratterizzate da colori brillanti, forme semplici e composizioni chiare.

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