I teatri di Roma antica

Le prime strutture destinate alle rappresentazioni teatrali nell’antica Roma erano generalmente costruite in legno e avevano un carattere temporaneo. Tito Livio, storico dell’epoca di Augusto, ricorda che nel 179 a.C. venne eretto un teatro con un proscenio vicino al tempio di Apollo. Successivamente, nel 154 a.C., fu costruito un teatro in pietra nelle vicinanze del tempio della Magna Mater sul Palatino, per celebrare i Ludi Megalenses.

Tuttavia, la classe aristocratica mostrava una forte avversione verso questo tipo di intrattenimento. Tanto che, sotto l’influenza di Scipione Nasica, il Senato ordinò la demolizione della struttura poco dopo la sua costruzione. Nonostante ciò, gli scavi archeologici non hanno fornito prove concrete dell’esistenza di questo teatro. Roma, infatti, vedrà la costruzione dei primi veri edifici teatrali solo nel I secolo a.C., con la realizzazione di tre teatri, tutti situati nell’area sud-occidentale del Campo Marzio.

Teatro di Pompeo

Il primo teatro stabile di Roma fu quello eretto da Pompeo Magno, inaugurato il 29 settembre del 55 a.C. su un’ampia proprietà situata al di fuori del pomerium. Il complesso architettonico era composto da due parti principali: a ovest si trovava il teatro, affiancato dal tempio di Venere Vincitrice, mentre a est si estendevano i portici con le esedre. Questo teatro, considerato una delle meraviglie della città sia dagli storici sia dai cittadini dell’epoca, era particolarmente apprezzato per la ricchezza delle sue decorazioni e per le sue dimensioni imponenti. La cavea aveva un diametro di circa 150 metri, mentre la scena misurava circa 90 metri di larghezza, permettendo di accogliere fino a 18.000 spettatori.

Oggi, le strutture originarie sono nascoste dalle costruzioni moderne che si sono succedute nel corso dei secoli; tuttavia, lungo l’attuale via di Grottapinta, l’andamento semicircolare degli edifici riflette ancora perfettamente la curva interna della cavea. Il teatro, ritenuto il più importante della città, subì numerosi restauri nel corso degli anni ad opera di diversi imperatori, tra cui Augusto nel 32 a.C., Tiberio, Caligola (dopo l’incendio del 21 d.C.), Tito e Domiziano (a seguito del grande incendio del Campo Marzio dell’80 d.C.), oltre a Diocleziano e Massimiano (dopo l’incendio del 291 d.C.), e infine Arcadio e Onorio all’inizio del V secolo d.C.

Teatro di Marcello

Nel 13 a.C., l’imperatore Augusto dedicò un teatro alla memoria del nipote e genero Marcello, completando un progetto che era stato avviato da Giulio Cesare. Oggi, si possono ancora ammirare i magnifici resti di parte della facciata esterna. Questo teatro fu costruito in un’area dove, in passato, venivano allestiti teatri in legno per eventi occasionali. Probabilmente, la struttura servì da modello per molti altri teatri che, nel giro di pochi decenni, si diffusero in tutta Italia. Secondo per importanza e capienza solo al teatro di Pompeo, il Teatro di Marcello poteva ospitare circa 15.000 spettatori, con una cavea che misurava circa 130 metri di diametro. Le chiavi di volta delle arcate erano decorate con maschere teatrali in marmo, fissate con perni di ferro.

Oggi, diversi frammenti di queste decorazioni sono stati ritrovati, permettendo una ricostruzione, sebbene in gran parte integrata, di tre maschere: la maschera tragica del riccio e due maschere comiche, rappresentanti il giovane scapestrato e la falsa vergine.

Teatro di Balbo

Inaugurato nel 13 a.C., il Teatro di Balbo fu il più piccolo tra i teatri di Roma. Fu costruito da Lucio Cornelio Balbo, banchiere e stretto alleato di Augusto, utilizzando i proventi della sua vittoria sui Garamanti. I resti significativi del teatro, ancora in parte sepolti lungo via delle Botteghe Oscure (chiamata così per le botteghe che furono ricavate dai fornici del teatro), ci indicano che la parte curva dell’edificio si affacciava su via Paganica. Sul lato destro si trovava invece il criptoportico (Crypta Balbi), che si estendeva su tre lati dietro la scena del teatro. Il teatro, con una capacità di 7.700 spettatori, era splendidamente decorato; particolarmente apprezzate erano le piccole colonne in onice inserite da Balbo, che conferivano alla struttura un fascino speciale e la rendevano molto ammirata.

Odeon di Dominiziano

Odeon di Dominiziano

Tra il 92 e il 96 d.C., durante il regno dell’imperatore Domiziano della dinastia flavia, fu costruito a Roma l’Odeon di Domiziano, una struttura imponente destinata a spettacoli musicali. Caratterizzato da una scena alta ben quattro piani, l’Odeon poteva ospitare fino a 10.000 spettatori.

L’edificio fu probabilmente abbandonato durante il Medioevo e, come molti altri monumenti antichi di Roma, i suoi resti vennero utilizzati come materiale da costruzione o per la produzione di calce. La cavea rimase visibile fino al XV secolo, quando su di essa venne edificato palazzo Massimo alle Colonne, ricostruito nel 1532 da Baldassarre Peruzzi dopo la sua distruzione durante il sacco di Roma del 1527. Oggi, dell’antica struttura non rimane nulla, ad eccezione di una colonna di marmo cipollino alta 10 metri, una delle 90 che decoravano la scena dell’Odeon. Questa colonna è stata eretta nel 1950 in piazza dei Massimi, come unica testimonianza visibile di quel grandioso edificio.

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