Il Mausoleo di Adriano

Mausoleo di Adriano

Seguendo l’esempio di Augusto con la costruzione del suo mausoleo in Campo Marzio, circa 150 anni dopo l’imperatore Adriano pensò per sé e per i suoi successori un monumentale sepolcro. Il Mausoleo di Adriano fu eretto sulla sponda destra del Tevere, non lontano da quello augusteo, ai margini del Campo Vaticano dove erano i Giardini di Domizia.

La sua costruzione iniziò nel 125-130 d.C., ed era costituito da un grande corpo cilindrico alto 21 metri con un diametro di 64 metri, realizzato in peperino e in opera cementizia (opus caementicium) tutto rivestito di travertino e lesene scanalate. Al di sopra di esso sorgeva un tumulo di terra alberato circondato da statue marmoree (di cui rimangono alcuni frammenti). Il tumulo era probabilmente sormontato da una quadriga in bronzo dorato guidata dalla statua raffigurante l’imperatore. Attorno al mausoleo correva un muro di cinta composto da una cancellata in bronzo decorata da pavoni, che possiamo ammirare ai musei Vaticani. Le spoglie di Adriano furono depositate nel mausoleo un anno dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 138 d.C., quando finalmente il mausoleo venne terminato ed inaugurato da Antonino Pio. Negli anni seguenti ospitò i resti dell’imperatore Antonino Pio, di sua moglie Faustina maggiore e di tre dei loro figli, di Lucio Elio Cesare, di Commodo, dell’imperatore Marco Aurelio e di altri tre dei suoi figli, dell’imperatore Settimio Severo, di sua moglie Giulia Domna e dei loro figli e imperatori Geta e Caracalla.

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Di Jean-Pierre Dalbéra from Paris, France – Maquette du Mausolée d’Hadrien (musée de la civilisation romaine, Rome), CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24668982

Allo scopo di facilitare l’accesso al maestoso sepolcro dal Campo Marzio, Adriano fece costruire sul Tevere un nuovo ponte che fu intitolato Elio, dal suo nome di famiglia e che è conservato ancora oggi nell’odierno Ponte Sant’Angelo. Il mausoleo fu utilizzato già dall’imperatore d’Occidente Onorio che lo incluse nelle Mura aureliane: da quel momento perse la sua funzione originaria di sepolcro, diventando un baluardo avanzato oltre il Tevere a difesa di Roma.

Nel 590 Roma era afflitta da una grave epidemia: venne organizzata una solenne processione con la presenza dello stesso papa Gregorio I. Quando la folla giunse presso il mausoleo, il papa ebbe la visione dell’arcangelo Michele che rinfoderava la spada. La visione venne interpretata come un segno divino che preannunciava l’imminente fine della pestilenza. Interpretazione poi rivelatasi giusta. Da allora diventò Castel S. Angelo, ove fu posto a ricordo del prodigio nel XIII secolo, un angelo in atto di rinfoderare la spada.

Seppur ormai lontano dallo splendore originale, oggi sopravvivono resti significativi del monumentale sepolcro, come le fondazioni del basamento, il nucleo in muratura del corpo cilindrico, l’ingresso principale in blocchi di pietra, la rampa che conduceva al piano superiore e la Sala delle Urne, destinata ad accogliere le spoglie. In Vaticano, è conservata l’enorme pigna di bronzo che probabilmente ornava la sommità del mausoleo di Adriano. Una delle opere più famose legate al mausoleo è il cosiddetto “Fauno Barberini”, marmo ellenistico rinvenuto nei pressi del fossato attorno al 1624 e oggi conservato a Monaco di Baviera.

Foto anteprima: Di Rod6807 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25883649

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