Circa 150 anni dopo l’esempio dato da Augusto con la costruzione del suo mausoleo nel Campo Marzio, l’imperatore Adriano decise di realizzare un monumentale sepolcro per sé e per i suoi successori. Il Mausoleo di Adriano fu edificato sulla sponda destra del Tevere, non lontano dal mausoleo di Augusto, ai margini del Campo Vaticano, dove si trovavano i Giardini di Domizia.

La costruzione del mausoleo ebbe inizio tra il 125 e il 130 d.C. e si caratterizzava per un grande corpo cilindrico, alto 21 metri e con un diametro di 64 metri. La struttura, realizzata in peperino e cemento (opus caementicium), era interamente rivestita di travertino e decorata con lesene scanalate. Sopra il cilindro si ergeva un tumulo alberato, ornato da statue marmoree, di cui oggi restano solo alcuni frammenti. Il tumulo era probabilmente sormontato da una quadriga in bronzo dorato, guidata da una statua dell’imperatore Adriano. Attorno al mausoleo correva un muro di cinta, adornato da una cancellata in bronzo decorata con pavoni, alcuni dei quali sono conservati ai Musei Vaticani.
Le spoglie di Adriano furono collocate nel mausoleo un anno dopo la sua morte, avvenuta nel 138 d.C., quando l’edificio fu completato e inaugurato da Antonino Pio. Nei decenni successivi, il mausoleo accolse i resti di numerosi altri imperatori e membri della famiglia imperiale, tra cui Antonino Pio, sua moglie Faustina maggiore e tre dei loro figli, Lucio Elio Cesare, Commodo, Marco Aurelio e tre dei suoi figli, Settimio Severo, sua moglie Giulia Domna e i loro figli, gli imperatori Geta e Caracalla.

Per facilitare l’accesso al maestoso sepolcro dal Campo Marzio, l’imperatore Adriano fece costruire un nuovo ponte sul Tevere, intitolato Elio in onore del suo nome di famiglia. Questo ponte, oggi conosciuto come Ponte Sant’Angelo, è ancora in uso. Successivamente, il mausoleo fu integrato nelle Mura Aureliane dall’imperatore d’Occidente Onorio, trasformandosi da sepolcro in un’importante fortificazione a difesa di Roma, situata strategicamente oltre il Tevere.
Nel 590, durante una grave epidemia che colpiva Roma, Papa Gregorio I organizzò una solenne processione che passò davanti al mausoleo. Secondo la tradizione, il papa ebbe una visione dell’arcangelo Michele che rinfoderava la spada, interpretata come un segno della prossima fine della pestilenza. Questo evento segnò il cambio di nome del mausoleo in Castel Sant’Angelo, e nel XIII secolo fu collocata sulla sommità una statua di un angelo in memoria di quel prodigio.
Nonostante la perdita del suo antico splendore, rimangono significative vestigia del monumentale sepolcro, come le fondazioni del basamento, il nucleo in muratura del corpo cilindrico, l’ingresso principale in blocchi di pietra, la rampa che conduceva al piano superiore e la Sala delle Urne, destinata a ospitare le spoglie degli imperatori. In Vaticano è conservata un’enorme pigna di bronzo, che si ritiene adornasse la sommità del mausoleo di Adriano. Una delle opere più celebri associate al mausoleo è il “Fauno Barberini,” una statua in marmo ellenistica rinvenuta nei pressi del fossato nel 1624, oggi esposta a Monaco di Baviera.