Durante l’epoca augustea, si assistette a una vera e propria riorganizzazione del sistema difensivo dell’Impero Romano. Le legioni e le truppe ausiliarie (auxilia) vennero dislocate stabilmente all’interno di fortificazioni permanenti, chiamate stativa, anziché essere utilizzate solo nelle basi invernali (hiberna). Questi accampamenti, di dimensioni considerevoli, riprendevano la struttura dei campi temporanei che i soldati allestivano durante le marce, sebbene fossero più piccoli rispetto ai castra mobili.
Inizialmente, le fortezze occupavano superfici comprese tra i 15 e i 20 ettari, ma sotto l’imperatore Domiziano raggiunsero estensioni fino a 40 ettari, grazie a una politica di accorpamento voluta dallo stesso imperatore. Tuttavia, durante il periodo di Diocleziano e della tetrarchia, le dimensioni delle fortezze si ridussero notevolmente a causa della diminuzione del numero di soldati.
Durante la dinastia giulio-claudia, le fortificazioni erano generalmente costruite in terra e legno e avevano una forma quadrangolare irregolare. Con l’avvento della dinastia flavia, si adottò un nuovo metodo costruttivo che prevedeva la realizzazione delle mura esterne in mattoni (tegulae) e pietra. Questo tipo di costruzione, più solido e adatto sia a scopi militari che logistici, definì in modo pressoché definitivo la forma rettangolare delle fortezze romane.
Le imponenti mura di cinta delle fortezze romane avevano uno spessore che variava tra i 2 e i 3,5 metri. All’esterno delle mura era presente un fossato, talvolta più di uno, un terrapieno difensivo chiamato aggere, ottenuto dall’accumulo di terra, e un vallum. Le mura o la palizzata erano intervallate da porte fortificate, dotate di torri. Fino al periodo di Marco Aurelio, queste torri avevano una forma quadrata o rettangolare, ma successivamente divennero arrotondate o pentagonali. Attorno al perimetro della fortezza, a intervalli regolari, venivano erette torri di avvistamento per monitorare l’arrivo di eventuali nemici. Dopo le guerre marcomanniche, nel II secolo, comparvero anche le prime torri d’angolo, situate all’esterno delle mura, anche se non uniformemente lungo tutto il limes. Queste torri vennero poi ampiamente adottate in tutto l’Impero.
Il cuore delle fortezze legionarie era rappresentato dai Principia, un complesso che fungeva da centro amministrativo e militare. Era un’area centrale simile a un foro, circondata da edifici destinati agli alloggi o agli uffici dei principali ufficiali, con una sala per le assemblee della guarnigione. I Principia si affacciavano sulla via Principalis e formavano una sorta di incrocio a T con la via Praetoria, da cui si diramavano le altre strade interne della fortezza, utilizzate come vie secondarie. Sulla via Praetoria si trovavano la porta Praetoria e la porta Decumana, mentre lungo la via Principalis vi erano la porta Principalis dextera e la porta Principalis sinistra.
Di fronte ai Principia si ergeva il Praetorium, la residenza del comandante della legione, il legatus legionis. Questi edifici erano generalmente molto grandi, con dimensioni che potevano arrivare a circa 70×100 metri, a seconda della grandezza della fortezza. Attorno a queste strutture principali si trovavano, in modo ordinato, gli edifici destinati ai tribuni militari e i baraccamenti per le truppe, progettati per ospitare le centurie di legionari, composte da circa 80 uomini. Ogni centurione aveva il suo alloggio all’interno della struttura, mentre le unità più piccole, come il contubernium (composto da 8 legionari), erano sistemate in dormitori, con stanze di circa 4×6 metri, spesso collegate a una stanza gemella destinata al deposito delle armi.
L’aspetto medico rivestiva un’importanza centrale nell’esercito romano, tanto che uno degli edifici più significativi all’interno della fortezza era il Valetudinarium, l’ospedale militare. Qui lavoravano spesso medici di elevata competenza, incaricati di prendersi cura della salute dei soldati. Un altro edificio di grande rilevanza era l’Aedes, dove venivano custodite le insegne militari e l’aquila, simbolo sacro della legione. I Horrea fungevano da magazzini e granai per il rifornimento, mentre le fabricae erano officine dedicate alla produzione di armi e scudi.
In alcune fortezze, si trovavano anche altri edifici, come le terme per il relax e l’igiene dei soldati, il carcer (prigione) e persino un anfiteatro, solitamente situato all’esterno del castrum, per spettacoli e addestramenti. Col passare del tempo, questi avamposti militari non ebbero solo una funzione bellica, ma acquisirono anche un rilevante valore politico. Attorno a queste fortezze, che in tempo di pace favorivano la romanizzazione delle terre conquistate, sorsero numerosi insediamenti civili, noti come canabae, che spesso si trasformavano in colonie vere e proprie.
Le fortezze romane, oltre a diffondere la cultura e le leggi imperiali, contribuirono a promuovere i commerci lungo i confini dell’Impero, diventando così anche strumenti di potere politico, a servizio dell’imperatore e della stabilità dell’Impero stesso.