La Battaglia di Harzhorn (235)

La Battaglia di Harzhorn (235)

A circa cinquanta chilometri a sud di Hannover, nel cuore della Germania, un gruppo di archeologi dilettanti era impegnato, nei primi anni Duemila, nella ricerca di reperti medievali. Durante questa spedizione, però, si imbatterono in manufatti di epoca molto più antica e decisero di contattare le autorità per la tutela del patrimonio archeologico. Gli storici iniziarono così ad analizzare i reperti rinvenuti e compresero subito che si trattava di armi e attrezzature militari di epoca romana.

L’analisi numismatica dei reperti permise di collocare questo evento storico intorno alla fine della dinastia dei Severi, databile al 235 d.C., durante il regno di Alessandro Severo o di Massimino il Trace. Inizialmente, gli studiosi ipotizzarono che si trattasse di uno scontro interno tra contingenti romani; tuttavia, essendo frequente in questo periodo l’uso di armi e equipaggiamenti romani da parte dei Germani, non si escluse l’ipotesi che il conflitto coinvolgesse sia truppe romane che germaniche.

Un’analisi più approfondita dei reperti archeologici rivelò che i due schieramenti differivano nell’uso di una significativa innovazione bellica: l’artiglieria. Quest’artiglieria comprendeva principalmente due tipi di macchine: lo scorpione e la cheiroballistra. Entrambe erano versioni di grandi balestre, molto più potenti della balestra medievale, ma basate su un meccanismo simile.

Lo scorpione, attraverso un sistema metallico, permetteva di tendere la corda con forza sufficiente a scagliare un giavellotto con potenza tale da trapassare più nemici in un solo colpo. La cheiroballistra rappresentava un’ulteriore evoluzione: molte componenti in legno erano state sostituite con parti metalliche, conferendo maggiore stabilità e durabilità alla macchina, migliorandone così l’efficacia in battaglia.

Ricostruzione di una cheiroballistra dell’epoca di Traiano.
Ricostruzione di una cheiroballistra dell’epoca di Traiano.



Considerata la differenza nella dotazione di macchine belliche, gli storici inclinarono a identificare la battaglia di Harzhorn come uno scontro tra Romani e Germani, poiché solo le truppe imperiali disponevano di queste sofisticate attrezzature. Un possibile collegamento con le fonti scritte romane suggerisce una campagna oltre il limes guidata dall’imperatore Massimino, come riportato nei resoconti imperiali, anche se per ora ulteriori conclusioni restano incerte.

Probabile itinerario di marcia del contingente romano
Probabile itinerario di marcia del contingente romano

Questo ritrovamento archeologico ha aperto nuove prospettive sull’interazione tra Roma e le popolazioni germaniche a est del confine augusteo durante il III secolo. In un’epoca che consideriamo di crisi, le legioni romane, guidate dall’imperatore, si spinsero per centinaia di chilometri in territorio straniero, dove furono probabilmente attaccate dalle popolazioni locali sulle colline, ma riuscirono infine a ritirarsi grazie alla vittoria ottenuta con l’impiego di artiglieria leggera.

Così si delineò la battaglia di Harzhorn, un episodio enigmatico della storia romana del III secolo d.C., di cui rimane ancora molto da svelare.

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