Basilica di Massenzio

Basilica di Massenzio

Ultima grande basilica civile del centro monumentale di Roma antica, situata sulla Velia, tra il Palatino e l’Esquilino, la Basilica di Massenzio, più propriamente di Costantino (Basilica Constantini) fu inizialmente fatta costruire da Massenzio agli inizi del IV secolo (308-312) e fu modificata e terminata da Costantino I in prossimità del tempio della Pace, già probabilmente in abbandono, e del tempio di Venere e Roma, la cui ricostruzione fece parte della politica urbanistica massenziana. L’edificio veniva usato, come le altre basiliche romane, per l’amministrazione della giustizia e degli affari. La sua funzione era prevalentemente di ospitare l’attività giudiziaria di pertinenza del prefetto urbano. Un frammento della Forma Urbis Severiana e studi effettuati nell’area dell’edificio hanno dimostrato che nella zona era già presente un grande complesso di età flavia, probabilmente del tempo dell’imperatore Domiziano: parte di questo edificio erano gli “Horrea Piperataria”, i magazzini del pepe e delle spezie.

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Il gigantesco edificio (100 x 65 m), del quale resta oggi soltanto la parte a nord, era composto da una navata centrale, ove si aprivano, invece che le consuete navate minori separate da quella centrale tramite file di colonne, tre enormi volte a crociera in opus caementicium. Gli ambienti erano collegati tra loro da piccole aperture ad arco. Nel sistema costruttivo della Basilica Constantini erano previste due ali minori, a nord e a sud, ognuna composta di tre ambienti comunicanti tra loro e con l’atrio d’ingresso, coperti da volte a botte cassettonate. Sul lato meridionale, oggi andato perduto, si apriva un enorme ingresso (voluto da Costantino) costituito da un portico tetrastilo di quattro grandi colonne di porfido, preceduto da una scalinata, che ovviava al dislivello presente tra la via Sacra e la Velia. L’edificio era dotato di molti collegamenti verticali: nella muratura all’angolo nord-ovest era inserita una scala a chiocciola, di cui oggi restano cinque gradini; un’altra probabilmente si trovava nell’angolo opposto (sud-est).

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Nell’abside all’estremità occidentale, in una posizione visibile da ogni parte, si ergeva la colossale statua di Costantino, seduta sul trono, alta ben 12 metri, di tipo acròlito (parti scoperte, testa, braccia e gambe, in marmo ed il resto in bronzo dorato): vari frammenti della statua, tra cui la testa, alta m 2,60, ed il piede, lungo m 2, furono scoperti nel 1487 e sono oggi esposti nel cortile del Palazzo dei Conservatori in Campidoglio. La volta centrale, di grande impatto visivo, era costituita da tre crociere, poggianti su otto colonne di marmo proconnesio alte 14,50 metri: Nel corso degli anni, a causa delle invasioni, dei saccheggi e delle spoliazioni, le enormi colonne andarono tutte perdute. L’unica superstite, detta “colonna della Pace”, a causa dell’erronea identificazione durante il Medioevo della Basilica massenziana come parte del “tempio della Pace”, fu fatta spostare da Paolo V nel 1613 e collocata, nell’ambito dei lavori di sistemazione da parte di Carlo Maderno nel 1614, in piazza di S.Maria Maggiore, dove si trova ancora oggi. Nel corso dei secoli, la struttura andò in rovina, per molto tempo saccheggiata dei marmi preziosi e soggetta ai crolli dovuti ai terremoti. Per molto tempo i monumentali resti furono noti con l’errata denominazione di Templum urbis. Agli inizi del XIX secolo, dopo approfonditi studi, fu nuovamente identificata dall’archeologo e topografo Antonio Nibby. Durante le Olimpiadi di Roma del 1960, le competizioni di lotta si tennero presso la Basilica di Massenzio.

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