Domus Aurea: la residenza dorata di Nerone

Domus Aurea: la residenza dorata di Nerone
Di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=56294251

Sorta sulle rovine della “Domus Transitoria” dopo il devastante incendio del 64 d.C., la Domus Aurea fu concepita per incarnare l’opulenza e la grandezza dell’imperatore Nerone. Questa immensa residenza imperiale si estendeva dal Palatino, il colle più antico di Roma, attraversando San Pietro in Vincoli e le Arcate Severiane sul Celio, per poi ricollegarsi al Colle Palatino.

Nei primi anni del suo regno, Nerone risiedeva nella Domus Transitoria, così chiamata perché collegava il Palatino con l’Esquilino. Tuttavia, dopo il Grande Incendio di Roma, iniziò la costruzione di quella che sarebbe divenuta la più vasta e grandiosa residenza imperiale mai edificata nella capitale dell’Impero. Al suo interno, un vasto stagno dominava una pianura che successivamente avrebbe ospitato il Colosseo. I soffitti della Domus Aurea erano incredibilmente alti, e nel Vestibolo si ergeva il famoso Colosso di Nerone, una statua gigantesca di circa 35 metri che lo raffigurava come una divinità.

L’immenso stagno era circondato da vigneti e boschi popolati da animali selvatici, liberi di vagare. Conosciuta anche come la “casa dorata,” la Domus Aurea era decorata con sfarzo ineguagliabile: le pareti erano adornate con motivi dorati, e i soffitti, riccamente decorati con enormi pannelli di avorio, includevano aperture progettate per far piovere fiori dall’alto.

Di Tyler Bell – Painted Ceiling, Domus Aurea, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=72688621

Il cuore dell’intero complesso neroniano è rappresentato dalla Sala Ottagonale e dai suoi ambienti circostanti, una struttura che segna un punto di svolta nella storia dell’architettura romana per l’innovativa concezione degli spazi e la maestria tecnica impiegata nella sua realizzazione. Questo spazio particolare era dotato di un sofisticato meccanismo, azionato da schiavi, che permetteva alla cupola di ruotare, simulando così il movimento della Terra. Secondo alcune fonti, i bagni della Domus Aurea offrivano sia acqua marina che termale, dimostrando l’opulenza e il lusso di questa dimora. Svetonio, storico romano, ci riporta che durante l’inaugurazione, Nerone avrebbe esclamato: «Bene! Finalmente posso cominciare a vivere come un essere umano!».

Dopo la morte di Nerone, la sua figura e la sua residenza dorata furono soggette alla Damnatio Memoriae, una condanna che comportava la rimozione di ogni traccia della sua esistenza. Gran parte della Domus Aurea fu distrutta per far posto alle Terme di Tito, e successivamente a quelle di Traiano. L’enorme stagno, che costituiva il centro della proprietà, fu prosciugato per volere di Vespasiano e restituito al popolo romano. Su quell’area, il fondatore della dinastia Flavia fece erigere il celebre anfiteatro, oggi noto come Colosseo. Il Colosso di Nerone, la grande statua che lo rappresentava, subì delle modifiche: il volto, danneggiato da un incendio, fu trasformato per raffigurare il Dio Sole. Anni dopo, l’imperatore Adriano, utilizzando 24 elefanti, fece spostare la statua nei pressi del Colosseo per fare spazio alla costruzione del Tempio di Venere e Roma.

Fonte: https://www.turismoroma.it/it/luoghi/domus-aurea

La costruzione delle Terme di Tito prima e di Traiano poi, realizzate sopra la Domus Aurea, ha contribuito in modo significativo alla conservazione della residenza neroniana fino ai giorni nostri. Come era comune nella pratica edilizia romana, la Domus Aurea fu completamente sepolta per servire da base alle nuove strutture. Le mura della nuova costruzione furono erette all’interno delle ampie stanze della Domus, e queste sono ancora oggi facilmente distinguibili da quelle originali.

Il seppellimento della Domus Aurea lasciò visibili all’esterno solo alcune delle aperture che Nerone aveva fatto realizzare nei soffitti. Fu proprio grazie a queste fessure che, alla fine del Quattrocento, la Domus fu riscoperta in modo del tutto accidentale. Curiosi e appassionati di antichità iniziarono a calarsi in queste “grotte”, rimanendo stupiti di fronte alle straordinarie opere pittoriche che decoravano soffitti e pareti. Grandi artisti del Rinascimento, come Raffaello, Ghirlandaio e Pinturicchio, esplorarono frequentemente i locali sotterranei della Domus Aurea, studiandone le magnifiche decorazioni e traendone ispirazione per le proprie opere.

Ancora oggi, è possibile vedere tracce del loro passaggio: sui soffitti e lungo i muri sono visibili numerose scie lasciate dalle torce che utilizzarono durante le loro esplorazioni.

I primi scavi all’interno della Domus Aurea furono intrapresi nel XVII secolo sotto la supervisione dell’incisore Pietro Sante Bartoli. Tuttavia, un cantiere di rilevante importanza venne avviato solo nella seconda metà del XVIII secolo per ordine di papa Clemente XIII. La residenza imperiale era ornata da numerose opere d’arte, tra cui il celebre gruppo del Laocoonte (oggi ai Musei Vaticani), il Galata morente (conservato a Palazzo Altemps), il Galata suicida (ai Musei Capitolini) e la Venere kallipige (al Museo Archeologico Nazionale di Napoli), tutte ritrovate nei pressi del complesso.

Da allora, gli scavi e le operazioni di manutenzione sono proseguiti senza interruzioni, consentendo oggi l’accesso alla Domus Aurea solo durante il fine settimana. L’ingresso alla dimora di Nerone si trova su Viale della Domus Aurea, all’interno del parco del Colle Oppio, vicino al Colosseo. Le visite all’interno sono possibili esclusivamente tramite tour guidati, previa prenotazione, con una durata di circa 75 minuti.

Lascia un commento