La fortezza legionaria di Carnuntum

Carnuntum

Carnunto (Carnuntum, attualmente in Austria, nel comune di Petronell-Carnuntum) era originariamente un villaggio abitato dai Boi, una popolazione celtica originaria dell’antica Gallia o dell’Europa centrale. Dal 6 d. C. venne scelta dal futuro imperatore Tiberio come base militare per le sue operazioni contro il condottiero Maroboduo, re dei Marcomanni. Carnunto entrò quindi a far parte della provincia romana della Pannonia nel corso del I secolo d. C. e divenne sede della Classis Pannonica, la flotta imperiale romana che controllava il medio corso del Danubio. Essa era un’importante fortezza legionaria permanente, attorno alla quale si svilupparono le relative canabae, l’agglomerato civile (anche di non-cittadini romani), composto solitamente da artigiani, fabbri per la realizzazione delle armi, mercanti per l’approvvigionamento alimentare o persino prostitute.

Legionslager Carnuntum Uebersichtsplan.jpg

Di Archaeotux di Wikipedia in tedesco(Testo originale: archaeotux) – Trasferito da de.wikipedia su Commons.(Testo originale: self-made), CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4891570

Con l’imperatore Adriano, che governò l’Impero dal 117 al 138 d. C., la città assunse il nome Aelium Carnuntum (“Elia” era il nome della gens dell’imperatore), ma soprattutto raggiunse lo status di municipio (la caratteristica principale delle città-municipio era l’autonomia, mantenendo quindi i magistrati e le istituzioni loro propri, anche se erano prive dei diritti politici propri dei cittadini romani). Con l’avvento della dinastia dei Severi (che regnarono dal 193 al 235 d.C.), la città conobbe il suo massimo splendore economico e raggiunse le massime dimensioni del centro abitato intorno alla fortezza legionaria. Col successivo regno di Caracalla, invece, il centro civile della città fu elevato a colonia (divenne quindi una comunità autonoma, legata però da vincoli di eterna alleanza con la madrepatria).

Come si evince da quanto detto poc’anzi, Carnunto divenne nel corso di due secoli uno dei centri militari più importanti dell’Impero. Nel corso del IV secolo d. C., però, Carnunto cominciò a perdere la sua centralità, in particolare dal 374 d.C., in concomitanza dell’invasioni dei Quadi e degli Iazigi, che saccheggiarono e distrussero la città. Sebbene in seguito ricostruita, Carnunto perse il suo ruolo di fortezza legionaria a favore di Vindobona (l’attuale Vienna).

Cosa rimane al giorno d’oggi di Carnuntum? I primi scavi iniziarono nel 1877 e si protrassero fino al 1914. In questo periodo vennero riportati alla luce gran parte dell’accampamento romano, il castrum, tra cui anche l’ospedale militare e il praetorium (l’alloggio del comandante della legione), e diversi edifici commerciali. Dal 1950, invece, le indagini archeologiche si concentrarono sulle abitazioni civili che sorgevano intorno alla fortezza, le cosiddette canabae. Scavi successivi vennero eseguiti anche tra dal 1968 al 1977.

Anche negli ultimi anni il sito archeologico di Carnunto è stato al centro di nuovi studi e i risultati raggiunti sono stati sorprendenti.

Di WOKRIE – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=43745110

Nel 2011 gli archeologi hanno infatti rilevato i resti di un’imponente scuola gladiatoria di epoca romana. Si tratta di un complesso così esteso da rivaleggiare con quelli che sorgevano attorno all’ Anfiteatro Flavio. La scuola probabilmente fu costruita contemporaneamente al vicino anfiteatro da 13.000 posti eretto attorno al 150 d.C..

L’enorme complesso (che occupa ben 19.000 metri quadrati) è stato rivelato grazie un radar montato su un trattore che ha permesso di visualizzare tridimensionalmente gli oggetti sepolti. È stato così possibile scoprire, disposte attorno a un cortile centrale, una serie di strutture sotterranee che vanno dalle piccole stanze del dormitorio fino a una grande sala dal pavimento riscaldato, come suggeriscono le zone vuote sottostanti.

All’interno del cortile vi era un mini-anfiteatro, provvisto anche di gradinate, in cui i gladiatori potevano esercitarsi. Secondo Franz Humer, direttore scientifico del Parco archeologico di Carnunto, questa piccola arena poteva essere anche luogo di esibizione per gli schiavi che venivano valutati dai futuri compratori. Nei pressi della struttura sorgeva anche un’area murata che può essere stata utilizzata per ospitare le belve impiegate nei combattimenti o i cavalli. Adiacente alla scuola gladiatoria è stato individuato anche un cimitero di gladiatori.

Ian Haynes, archeologo della Newcastle University, ha posto l’accento sull’importanza di questa recente scoperta, in quanto ci fa comprendere ancora una volta come «Carnunto abbia in comune tantissimi aspetti della cultura cosmopolita di Roma».

Abbiamo nominato poc’anzi anche l’Anfiteatro, che misurava 100 metri nel suo lato lungo e 80 nel lato più stretto (era di forma ogivale). Fondato intorno al III sec. d. C., ad oggi rimangono solo le fondamenta, infatti le gradinate sono quasi del tutto scomparse.

Heidentor

Di Lure – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7531481

Prima di analizzare le altre strutture, è doveroso precisare che l’area archeologica è stata concepita come un vero e proprio parco tematico. Gli archeologi, infatti,  hanno scelto di ricostruire quanto emerso dagli scavi, anziché optare per un restauro conservativo. Alcuni degli edifici sono stati quindi ricostruiti, anche se coloro che hanno guidato questo progetto assicurano di aver utilizzato le tecniche più avanzate di archeologia sperimentale, riproducendo fedelmente quanto rinvenuto dagli scavi. Tra le altre, sono state ricostruite la casa del mercante di stoffe Lucius, le terme pubbliche e una villa urbana.

Per fare un esempio pratico, la “Casa di Lucio” si presenta agli occhi dei turisti come la tipica bottega/abitazione del mercante di stoffe dell’epoca, con tanto di altare dedicato agli dei protettori della dimora (lararium), la camera da letto e lo studio. C’è inoltre il giardino coltivato con piante tipiche dell’epoca romana di 2000 anni fa, la cucina, il bagno e addirittura sono stati ricostruiti alcuni giochi da tavolo romani. Anche la villa urbana e le terme sono perfettamente ricostruite e arredate. Chi deciderà di recarsi a Carnunto, non si troverà di fronte le classiche rovine romane, bensì un vero e proprio set fedelmente ricostruito.

A circa 900 metri a sud del centro civile (municipium prima e poi colonia) di Carnuntum troviamo i resti del cosiddetto Heidentor, un monumento a quattro archi, oggi il simbolo di tutta la regione. L’interpretazione di questo arco quadrifronte (dal greco Tetrapylon) è da sempre controversa; sarebbe un monumento politico, però non collegabile, come si riteneva in passato, alla riunione dei tetrarchi del 308 che si tenne proprio a Carnuntum, ma più probabilmente un arco trionfale dell’epoca di Costanzo II e delle sue campagne militari in Sarmatia, o da associare a Valentiniano I e alle sue campagne in Marcomannia.

Il vero centro nevralgico era il castrum. Quello di Carnunto aveva un perimetro irregolare a losanga, condizionato in parte dalla configurazione del terreno. Le mura del castrum vennero edificate nei primi anni del II sec. d. C., mentre le porte vennero ricostruite anni dopo. All’interno delle stesse mura furono edificati i principia (l’insieme degli edifici militari che costituivano il castrum stesso), il praetorium ed altri edifici, anche se non sappiamo la datazione della loro costruzione, poiché la città subì diverse ricostruzioni fino al IV sec. d. C..

Altrettanto importanti furono le canabae che, ricordiamo, erano le abitazioni, edifici pubblici, religiosi e botteghe, sorti attorno alle fortezze legionarie permanenti (castra stativa). Delle canabae di Carnunto sono noti stati scoperti attualmente un grande edificio termale e un foro-mercato con due corti precedute da un portico e provviste di fontane e peristilio.

Sono stati rilevati dagli archeologi anche edifici adibiti per svolgere le funzioni religiose, come un grande tempio a tre navate (probabilmente dedicato a Giove) e altri piccoli tempietti e cappelle.

Museum Carnuntinum

Di Kit36a di Wikipedia in ungherese, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47757656

L’edificio sicuramente più importante finora rintracciato a Carnuntum è il cosiddetto “Palazzo”, un grande complesso con due cortili di grandezza diversa, con portici continui sui lati est e sud. Edificato con ogni probabilità alla fine del II sec. d. C., la sua corte retrostante era nella maggior parte occupata da un complesso termale, con suggestivi ninfei e piscine sul lato est e numerose stanze raccolte intorno a un’aula absidata.

A sud del “Palazzo” sono state rinvenute moltissime strutture. Citiamo quindi le tre insulae (i condomini romani) del quartiere degli artigiani, restaurato in seguito alle guerre contro i Marcomanni e diverse case a forma di “T” con vestibolo trasversale (erano diffuse in tutta la Pannonia; il vestibolo poteva essere adibito a bottega).  Alcune di queste case presentano affreschi e pavimenti con mosaici monocromi e policromi.

A sud sono stati trovati anche dei mitrei (centri di culto e luoghi di incontro dei seguaci del Mitraismo) e un battistero cristiano databile al IV sec. d. C..

Il sito archeologico di Carnunto ha restituito agli studiosi anche diversi frammenti di statue e altro materiale scultoreo ed epigrafico, tra i quali addirittura una testa bronzea dell’imperatore Gordiano III.

Foto anteprima: Di Wolfgang Sauber – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22672278

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