Carnunto (Carnuntum), situata nell’attuale Austria nel comune di Petronell-Carnuntum, era originariamente un insediamento abitato dai Boi, una tribù celtica proveniente dall’antica Gallia o dall’Europa centrale. Nel 6 d.C., il futuro imperatore Tiberio la scelse come base strategica per le sue campagne militari contro Maroboduo, il re dei Marcomanni. Durante il I secolo d.C., Carnunto venne integrata nella provincia romana della Pannonia, diventando sede della Classis Pannonica, la flotta imperiale romana responsabile del controllo del medio corso del Danubio. La città si sviluppò attorno a una significativa fortezza legionaria permanente, e accanto ad essa sorsero le canabae, insediamenti civili popolati da artigiani, fabbri per la produzione di armi, mercanti che fornivano cibo e beni, e anche prostitute, formando così un vivace centro di attività economiche e sociali.
Sotto il regno dell’imperatore Adriano, che guidò l’Impero dal 117 al 138 d.C., la città di Carnunto assunse il nome di Aelium Carnuntum, in onore della gens Elia a cui Adriano apparteneva. Durante questo periodo, Carnunto ottenne lo status di municipio, che le garantiva una certa autonomia amministrativa, con proprie magistrature e istituzioni, pur non godendo dei pieni diritti politici dei cittadini romani. Con l’ascesa della dinastia dei Severi, che regnò dal 193 al 235 d.C., la città raggiunse il suo apice economico e si espanse notevolmente attorno alla fortezza legionaria. Successivamente, sotto il regno di Caracalla, il centro civile di Carnunto fu elevato al rango di colonia, diventando così una comunità autonoma, ma strettamente legata a Roma da un vincolo di alleanza perpetua.
Nel corso di due secoli, Carnunto divenne uno dei più importanti centri militari dell’Impero. Tuttavia, nel IV secolo d.C., la città iniziò a perdere la sua centralità, soprattutto a partire dal 374 d.C., quando fu devastata dalle incursioni dei Quadi e degli Iazigi. Nonostante la ricostruzione successiva, Carnunto perse il suo ruolo strategico di fortezza legionaria, che passò a Vindobona, l’attuale Vienna.
Cosa rimane oggi di Carnuntum? I primi scavi archeologici iniziarono nel 1877 e proseguirono fino al 1914, portando alla luce gran parte dell’accampamento romano, inclusi l’ospedale militare, il praetorium (residenza del comandante della legione) e vari edifici commerciali. A partire dal 1950, le ricerche si concentrarono sulle abitazioni civili circostanti la fortezza, le cosiddette canabae, con ulteriori scavi condotti tra il 1968 e il 1977.
Anche in tempi recenti, il sito archeologico di Carnunto è stato oggetto di nuovi studi, che hanno rivelato risultati sorprendenti.
Nel 2011, gli archeologi hanno fatto una scoperta straordinaria, rivelando i resti di una vasta scuola gladiatoria di epoca romana. Questo complesso era talmente esteso da poter essere paragonato a quelli situati nei pressi dell’Anfiteatro Flavio a Roma. È probabile che la scuola sia stata costruita contemporaneamente al vicino anfiteatro, che poteva ospitare fino a 13.000 spettatori e fu eretto intorno al 150 d.C.
Il complesso, che copre un’area di ben 19.000 metri quadrati, è stato portato alla luce grazie a un radar montato su un trattore, che ha permesso di visualizzare in 3D gli oggetti sepolti. Grazie a questa tecnologia, gli archeologi hanno scoperto una serie di strutture disposte intorno a un cortile centrale, tra cui piccoli dormitori e una grande sala con pavimento riscaldato, indicata dalla presenza di cavità sottostanti.
Nel cortile si trovava un mini-anfiteatro, completo di gradinate, dove i gladiatori si allenavano. Secondo Franz Humer, direttore scientifico del Parco Archeologico di Carnunto, questa piccola arena potrebbe essere stata utilizzata anche per le esibizioni degli schiavi, valutati dai potenziali acquirenti. Vicino al complesso, vi era un’area murata che probabilmente ospitava le belve destinate ai combattimenti o i cavalli. È stato inoltre identificato un cimitero di gladiatori adiacente alla scuola.
Ian Haynes, archeologo della Newcastle University, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, evidenziando come essa dimostri che “Carnunto condivide molti aspetti della cultura cosmopolita di Roma”.
Per quanto riguarda l’Anfiteatro menzionato in precedenza, questo misurava 100 metri nel suo lato lungo e 80 metri in quello più stretto, presentando una forma ogivale. Fondato intorno al III secolo d.C., oggi ne rimangono solo le fondamenta, poiché le gradinate sono quasi completamente scomparse.
Prima di approfondire le altre strutture, è importante sottolineare che l’area archeologica è stata concepita come un vero e proprio parco tematico. Gli archeologi hanno infatti deciso di ricostruire ciò che è emerso dagli scavi, preferendo questa opzione a un restauro conservativo. Alcuni edifici sono stati quindi ricostruiti, con la garanzia, da parte dei responsabili del progetto, di aver utilizzato le più avanzate tecniche di archeologia sperimentale, riproducendo fedelmente quanto scoperto durante gli scavi. Tra le ricostruzioni più notevoli vi sono la casa del mercante di stoffe Lucius, le terme pubbliche e una villa urbana.
Ad esempio, la “Casa di Lucio” è stata ricostruita per apparire ai visitatori come una tipica bottega/abitazione di un mercante di stoffe dell’epoca, completa di altare dedicato ai larari, la camera da letto, lo studio, e persino un giardino coltivato con piante tipiche di 2000 anni fa. Inoltre, sono stati ricreati la cucina, il bagno e persino alcuni giochi da tavolo romani. Anche la villa urbana e le terme sono state meticolosamente ricostruite e arredate, offrendo ai visitatori l’esperienza di un autentico ambiente romano, piuttosto che le classiche rovine.
A circa 900 metri a sud del centro civile di Carnuntum (prima municipium e poi colonia) si trovano i resti dell’Heidentor, un monumento a quattro archi, oggi divenuto simbolo dell’intera regione. L’interpretazione di questo arco quadrifronte (Tetrapylon) è stata oggetto di dibattito: inizialmente si pensava fosse collegato alla riunione dei tetrarchi del 308 d.C. tenutasi proprio a Carnuntum, ma attualmente si ritiene più probabile che si tratti di un arco trionfale dell’epoca di Costanzo II, legato alle sue campagne militari in Sarmatia, o di Valentiniano I e alle sue spedizioni in Marcomannia.
Il vero fulcro dell’insediamento era il castrum. A Carnunto, il castrum presentava un perimetro a forma di losanga, influenzato in parte dalla conformazione del terreno. Le mura furono erette nei primi anni del II secolo d.C., mentre le porte vennero ricostruite successivamente. All’interno di queste mura si trovavano i principia, ovvero il complesso di edifici militari che costituivano il cuore del castrum, insieme al praetorium e ad altri edifici, la cui data di costruzione è incerta, poiché la città subì varie ricostruzioni fino al IV secolo d.C.
Di grande importanza erano anche le canabae, ovvero le abitazioni, edifici pubblici, religiosi e botteghe che si sviluppavano intorno alle fortezze legionarie permanenti (castra stativa). A Carnunto, gli scavi hanno portato alla luce un grande complesso termale e un foro-mercato, caratterizzato da due corti precedute da un portico, dotate di fontane e un peristilio.
Gli archeologi hanno inoltre identificato edifici destinati a funzioni religiose, tra cui un ampio tempio a tre navate, probabilmente dedicato a Giove, oltre a numerosi piccoli tempietti e cappelle.
L’edificio di maggior rilievo scoperto a Carnunto fino ad oggi è il cosiddetto “Palazzo”, un vasto complesso caratterizzato da due cortili di dimensioni diverse, circondati da portici continui sui lati est e sud. Costruito probabilmente alla fine del II secolo d.C., la parte posteriore del complesso era occupata da un’ampia area termale, arricchita da suggestivi ninfei e piscine sul lato est, con numerose stanze disposte attorno a un’aula absidata.
A sud del “Palazzo” sono state scoperte numerose altre strutture, tra cui tre insulae (i condomini dell’antica Roma) nel quartiere degli artigiani, restaurate dopo le guerre contro i Marcomanni, e diverse case a forma di “T” con un vestibolo trasversale, tipiche della Pannonia e spesso utilizzate anche come botteghe. Alcune di queste abitazioni conservano affreschi e pavimenti a mosaico, sia monocromi che policromi.
Nella stessa area meridionale sono stati rinvenuti anche mitrei, centri di culto dedicati al Mitraismo, e un battistero cristiano risalente al IV secolo d.C.
Il sito archeologico di Carnunto ha inoltre restituito numerosi frammenti di statue e altro materiale scultoreo ed epigrafico, tra cui spicca una testa bronzea dell’imperatore Gordiano III.