Leptis Magna

Leptis Magna

Leptis Magna fu una delle più ricche e importanti città romane dell’impero. Fondata dai fenici in epoca incerta, tra il XI e il VII secolo a.C., fu un’influente città della Libia (nei pressi dell’odierna Homs), che con la distruzione di Cartagine nella terza guerra punica (146 a.C.) cadde sotto il controllo del Regno Numidico sino alle Guerre contro Giugurta (112-105 a.C). Alleata di Roma nel I secolo a.C., fu annessa ufficialmente nella provincia d’Africa sotto Tiberio (14-37), divenendo colonia sotto il principato di Traiano (98-117). Città economicamente florida, raggiunse il massimo splendore all’inizio del 3° secolo d.C. grazie al fiorente commercio marittimo di spezie, mano d’opera ed belve. All’epoca ospitava oltre 100.000 abitanti, tanto che l’imperatore Settimio Severo, nativo di Leptis, fu promotore autorevole dell’abbellimento della propria città natale, esaltandola e paragonandola ad Alessandria in occasione della visita ufficiale che fece in città nel 205.

Di SashaCoachman – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14640293

La potente città visse un declino inesorabile quando la principale via di commercio, il porto, divenne inutilizzabile e non ripristinabile, a causa della inappropriata manutenzione al fine di scongiurare il graduale insabbiamento. Ciò provocò la perdita dei principali collegamenti e il conseguente spopolamento della città. Nel IV secolo Leptis era ormai solo l’ombra della città che fu, pur vivendo sporadici sussulti positivi durante l’epoca di Teodosio I. Durante le invasioni barbariche del V secolo, Leptis Magna cadde nelle mani delle tribù vandale e di Genserico, che smantellò le mura, esponendo la città alle incursioni e ai saccheggi, come accadde nel 523 da parte dei Berberi. Nel 533 fu sciolto il regno vandalo dominante da parte del generale bizantino Belisario che nel frattempo aveva riconquistato la città. Nel 650 fu annientato l’ultimo baluardo bizantino, ormai ridotto a pochi uomini, portando la città a passare sotto il controllo arabo.

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Di joepyrek from Richmond, Va, USA – Leptis Magna (6), CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=78505147

Leptis Magna si presenta oggi come una delle più preziose testimonianze della presenza romana in Africa e nel mondo, nella quale furono concepite opere di rara bellezza, anche grazie ai monumenti voluti da Settimio Severo, nella sua opera di valorizzazione estetica. Molto del merito per il ritrovamento delle numerose strutture va dato ai venti sabbiosi della zona, che per secoli hanno sepolto le antiche vestigia:

Il monumento più noto della città è l’arco di Settimio Severo, eretto in pietra calcarea e marmo nel 203 d.C., per onorare la visita dell’imperatore e della famiglia imperiale. La Basilica Severa, completata da Caracalla nel 216 d.C. è una costruzione composta da tre navate divise da colonne in granito rosa, con absidi decorate da più ordini architettonici, di cui oggi ci rimangono le imponenti rovine e pregevolissimi rilievi decorativi. Oltre a vari impianti termali, come quelli di Adriano e dei Cacciatori, troviamo lo splendido teatro, risalente al I d.C., frutto di una minuziosa opera di restauro, situato in una splendida cornice valorizzata dalla vista del mare all’orizzonte ed anticamente ornato da numerose sculture che raffiguravano divinità, imperatori e personaggi illustri.

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Di Syed Wali Peeran – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=58406178

Fra le opere più significative ancora visibili di Leptis Magna c’è sicuramente il mercato, edificato nel 9 a.C., con due padiglioni ottagonali nello spazio centrale: quello settentrionale, probabilmente per la compravendita dei tessuti, conserva una tavola di pietra (originale nel museo di Leptis), risalente al III secolo d.C., sulla quale sono impresse le unità di misura usate all’epoca: il braccio romano o punico (51,5 cm), il piede romano o alessandrino (29,5 cm) e il braccio greco o tolemaico (52,5 cm). E poi l’anfiteatro, che poteva ospitare fino a 16.000 spettatori, costruito a ridosso di una collina nel I secolo d.C. e il porto, in cui vi fu eretto un faro alto più di 35 m di cui restano solo le fondamenta, conserva ancora alcune installazioni come il molo orientale, i magazzini e le banchine utilizzate per l’attracco e il carico delle merci.

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